50 anni di AGESCI

Se l'anno scorso abbiamo festeggiato il centenario dei gruppi scout di Valdagno...(1923-2023)
quest'anno lo scautismo cattolico festeggia, la fusione di ASCI e AGI  ...(1974)

AGESCI 50 Anni di cammino insieme 

 

Don Massimiliano Randon

Al momento non ho trovato una biografia completa di don Massimiliano ma solo alcuni episodi del periodo a seguire il 1922 relativamente al suo operato al “Ricreatorio” PIO X° di Valdagno e ai rapporti con il regime fascista.

A Valdagno ci sono vari episodi di repressione da parte del regime. Si racconta di azioni contro l'Azione Cattolica, l'oratorio Pio X° di Valdagno chiuso con filo spinato, un gruppo "la Rumba" di 6-7 ragazzotti, appassionati di montagna, viene arrestato dai fascisti e trasferito alle carceri di Vicenza, …vi sono valdagnesi condannati al confino etc..
I Valdagnesi, non è che per indole siano proprio antifascisti, ma certamente non mancano episodi decisamente spiacevoli.
L'unico episodio conosciuto che poteva segnare un potenziale diretto di conflitto tra il regime e la Chiesa locale è rappresentato proprio dalla figura antifascista di don Massimiliano Randon (chiamato dai ragazzi del tempo più affettuosamente "don Massimo").

In Oratorio, o meglio nel "Ricreatorio" di Valdagno, don Massimo ha la propria abitazione e pertanto, non vivendo in canonica, godeva di una sua autonomia di iniziative e svolge una intensa attività religiosa, fatta di incontri, per i giovani, di momenti di preghiera, attività di associazioni varie, almeno fino a che il fascismo non venne a porre dei limiti, anche al sacerdote.

Il sacerdote, accudito da una sorella che viveva con lui, era molto benvoluto dai giovani, pieno di iniziative, ma non altrettanto ben visto da parte degli esponenti dei fascisti locali per il suo spirito d'indipendenza.

Don Randon è fratello di Lino Randon
Lino Randon

Don Randon è fratello di Lino Randon, figura molto conosciuta soprattutto a Novale (i Randon abitavano nella zona dei Campassi, che allora dipendeva da Novale), maestro elementare prima di diventare dirigente in fabbrica e molto attivo nell'attività tra i giovani, anche per aver fondato assieme a Cipriano Guiotto lo scoutismo valdagnese, l'associazione cattolica più malvista dai fascisti tanto che fu poi soppressa nel 1928.

Il momento culmine di scontro di don Massimiliano con i fascisti locali, che ebbe poi conseguenze, fu in occasione di una festa per il Natale di Roma, il 21 aprile del 1927 e viene raccontato da Dino Reniero:

 

"Quel giorno era festa nazionale, le scuole erano chiuse, tutti dovevano partecipare alla sfilata celebrativa, ma proprio quel giorno don Massimiliano ebbe l'idea di organizzare una scampagnata, diremmo meglio una specie di gara, tutta a piedi, da Valdagno a cima Marana.
Questo non gli fu perdonato. Don Massimiliano ricevette minacce, dovette almeno un po' rimanere in disparte per sfuggirvi e la sua posizione a Valdagno divenne difficile. Fu allora che il vescovo di Vicenza ritenne più opportuno promuoverlo come arciprete alla sede di Villaverla."

Promoveatur ut amoveatur : La frase latina significa letteralmente «sia promosso affinché sia rimosso»

La nomina ad arciprete di Villaverla è, quindi, anche un modo di allontanare da Valdagno un prete che, oltre ad essere scomodo per il partito, esercitava grande influenza sui giovani.

Successivamente don Massimo e altri parroci furono ripresi anche da provvedimenti da parte del prefetto. il quale dopo aver ricevuto segnalazione di volantini e scritte sui muri tipo:

 «Viva Cristo Re – Viva il Papa – Un solo Dio – Un solo Re – Viva il Sommo Pontefice», «Abbasso il Fascismo - Viva il Papa» «Vogliamo abbasso Mussolini», «Viva l’Azione Cattolica, abbasso le spie» etc.. dette conto di provvedimenti a carico di 14 parroci, ai quali fu applicata «la diffida ai sensi dell’articolo 164 della legge di P.S.

Essi sono: Don Paolo Bicego di Quargnenta; don Girolamo Fortuna di Cartigliano; don Angelo Zanchetta di Mezzaselva; don Tarquinio Bonomo di Altavilla; don Giuseppe Munari di Altavilla; don Girolamo Tagliaferro di Vicenza; don Giuseppe Lorenzoni [recte Lorenzon] di Vicenza; don Francesco Rossi di Campolongo; don Serafino Pavan di Asigliano; don Costante Martello di Camporovere di Roana; don Massimiliano Randon di Villaverla.

Il loro peccato fu che «prendendo spunto dalle pastorali vescovili, ed ispirandosi alla nota lettera del Vescovo di Vicenza diretta al Segretario Federale, hanno, a volte, anche dal pergamo e dall’altare, avute parole di protesta e di rampogna, azzardando pure qualche commento non perfettamente intonato, e sempre inopportuno, al momento politico»

Vedremo in seguito alcune sue “battaglie” con il regime fascista a difesa degli Scout Valdagnesi, riportate sulla stampa locale.

Rif. “Valdagno e i Marzotto” M. Dal Lago