7 Tappa - Campo Mobile - Laverna -> Assisi
(da Biscina Castello di Gomici a Assisi)
Valfabbrica La storia di Valfabbrica è legata alle vicende del monastero benedettino di Santa Maria In Vado Fabricae (Vado = guado). L'antica abbazia, documentata dall'anno 820, sorge nei pressi del fiume Chiascio. Nel Medioevo l'alleanza con Assisi portò l'abbazia e il castello a una grande prosperità, ma i contrasti con i feudatari perugini provocarono, all'inizio del XIIIsecolo, la distruzione della cittadina da parte di Perugia. L'abbazia si sottomise alla Regola di Nonantola, mentre il castello passò, alla finedel XV secolo, al duca di Urbino,Guidubaldo I, signore di Gubbio.
San Giacomo al Murorupto All'interno del convento delle suore angeline in via Santa Margherita (suonare per farsi aprire la chiesa). La chiesa è bellissima, nella sua estrema semplicità, e pare anche che fosse la chiesa che Francesco frequentava con la famiglia da bambino. È una delle più antiche della città, fu infatti fatta costruire attorno all'anno 1000 da un signorotto chiamato Ubertino che ne aveva fatte tante in vita sua da meritarsi 300 anni di penitenza. A quel tempo il modo più semplice per "espiare" era quello di andare in pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Ma siccome era anche molto rischioso e faticoso, il buon Ubertino pensò invece di costruire una chiesa dedicata a San Giacomo Maggiore ,l'apostolo, su un suo terrenoche donò a tale scopo all'abate della potentissima abbazia di Farfa in Sabina. La chiesa fu edificata sulle rovine di un tempio romano accanto alle mura della citta e questo spiega l'etimologia del nome Murorupto: roptus muro costruito in luogo scosceso. È bello pensare che a distanza di mille anni i pellegrini, per scelta, possano visitare la chiesa che qualcun altro fece costruire forzatamente in onore del santo protettore di tutti i pellegrini!
Oratorio dei Pellegrini Cappella quadrangolare che si trova a metà circa della via San Francesco, la lunga strada rettilinea che dalla basilica superiore conduce al centro della citta (venendo dalla basilica è alla nostra destra). Si trova al di là di una porta a vetri ed è facile non notarla; nella sua quiete si ha modo di sostare e osservare i magnifici dipinti in tutta tranquillità. L'oratorio era la chiesa dell'ostello dei pellegrini, che non esiste piu e che offriva asilo ai pellegrini che venivano, probabilmente sulla via di Roma, a rendere omaggio al sepolcro di Francesco. Al tempo di Francesco vi erano ben quattro ostelli per pellegrini mentre ora non ve ne è neanche uno, probabilmente a causa delle logiche commerciali che sembrano governare questa città in "nome" della povertà francescana.. . L'oratorio e l'ostello furono costruiti dalle confraternite dis Sant'Antonio abate e di san Giacomo di Compostela a metà del 1400; come degli stessi anni sono i magnifici affreschi, che la decorano completamente, di Matteo da Gualdo e Pierantonio da Foligno, che dipinsero assieme ad Andrea d'Assisi che fu allievo de lPerugino. La cappella,naturalmente, è dedicata ai duesanti delle confraternite, che lacostruirono: cosi, a sinistra sonoraffigurate le storie cheriguardano Sant'Antonio,mentre sulla destra è dipintoforse uno dei più begli affreschi del miracolo dei galli di santo Domingo della Calzada. Nella parete dietro l'altare una bella verginecon bambino e i due santi pellegrini con il bastone in mano. E' interessante notare nella parete d'ingresso gli stemmi delle due confraternite; la conchiglia di san Giacomo e il Tau di Sant'Antonio.
Tomba di Francesco Al di sotto della basilica inferiore, in un possente pilastro, si conservano le ossa di Francesco. Ai quattro lati, a fare da sentinelle, le urne dei fratelli più cari: Leone, Angelo, Ruffino e Masseo; fra le due scale che conducono alla cripta l'urna dell'amica che gli fu vicina fino all' ultimo e che lo tenne fra le braccia al momento del trapasso, l'unica donna che lui abbia mai chiamato fratello: fra' Jacopa dei Settesoli. Amici e compagni nella vita qui riuniti per sempre: un messaggio di calda fratellanza, un abbraccio per chi vi sosta per unpoco.
San Damiano Tutto qui è perfetto, gli ulivi e i cipressi che circondano il convento paiono messi ad arte per donare delle sommesse pennellate a un paesaggio che spazia fino all'altro estremo della valle. La stradina che costeggia il muro di recinzione del convento è ripida quel tanto che ti permette di scenderea gevolmente, immerso nel profumo degli ulivi e delle ginestre; il silenzio ,specialmente se si evitano le ore "turistiche" e si va presto presto, alle lodi, è il silenzio vivo della campagna. Tutto ti prepara a entrare in una chiesina semplice e veramente, assolutamente francescana. Le pareti vuote, l'abside"sgangherato" e la sua madonnina, la copia del Cristo bizantino che parla a Francesco, tutto fa si che il silenzio dei visitatori abbia una qualità particolare. Ci si sente come avvolti. Questo posto ti lavora dentro quasi senza che tu te nerenda conto, perche conserva in se la presenza di Francesco e di Chiara come se le pareti ne fossero intrise e le Ore qui recitate assieme ai novizi e la messa hanno una marcia in più e cosi tutti, forse anche gli stonati, cantano e partecipano alle letture con una coralità e una perfezione uniche. Notevole il contrasto appena si rientra nell'Assisi turistica, dove Francesco diventa una statuetta di gesso. La chiesina che Francesco riparò attorno al 1207 era sorta nel VII secolo. Primo riparo per Francesco e i suoi primi compagni, fu poi da lui data a Chiara e alle sorelle che man mano la raggiungevano per vivere assieme nell'estrema povertà di quelle mura; qui leClarisse vissero dal 1211 al 1260. Dalla chiesina si passa nel convento dove tutto è fermo al tempo di Chiara: il coro, il refettorio, l'orto e il giardino. Sotto il convento fu eretta la"cappannuccia" in cui si ritirò San Francesco malato e stimmatizzato nell'inverno del 1224, e dove compose il Cantico delle Creature, e infine il dormitorio. In quest'ultimo Chiara raggiunse in cielo Francesco l'11 agosto 1253. Il chiostro in primavera è coperto di fiori che spiccano coloratissimi sul colore caldo e pacato delle pietre. Stateci un po', e ci tornerete spesso!
Santo Stefano Chiesina bellissima costruitanel 1166, che si trova nella parte alta di Assisi, vi si accededa via San Paolo. Vale una visita anche perchè pochi vi entrano, rimanendo un po' fuori dalle vie piu frequentate. Anche le stradine li attorno sono solitarie, persino nei giorni di più grande affluenza di turisti.
Santuario della Chiesa Nuova La chiesa in sé non èparticolarmente bella o suggestiva, una chiesa barocca come ce ne sono tante, quello che la rende preziosa è il fattodi essere stata costruita sulla preesistente casa e sul fondaco di Pietro di Bernardone. Qui Francesco nacque nel 1181 e qui si svolsero fatti che prepararono la via alla sua conversione. Padre C.M. Polidoro, nelle pagine che si possono leggere all'interno della chiesa, sottolinea come gli anni della giovinezza spensierata di Francesco siano fondamentali nella sua evoluzione e come molto sia accaduto fra le mura domestiche e nella bottega del padre. Nel perimetro della chiesa è inglobata anche la strada (ora dedicata al "bistrattato" padre, Pietro di Bernardone) che un tempo delimitava il fondaco; lavorando di fantasia è bello immaginare Francesco dietro il banco mentre vende broccati; mentre nella chiesa si vede ancora lo sgabuzzino dove il padre lo aveva imprigionato.
Santa Maria degli Angeli Ai piedi del Subasio dove il monte si tramuta inpianura vi è Santa Maria degli Angeli, il paese e la grande basilica che racchiude la piccola maestremamente importante chiesina della Porziuncola. Purtroppo pare che per costruirla siano state distrutte alcune cappelle affrescate da pittori di scuola giottesca. La Porziuncola è il luogo in cui è nata la comunità dei fratelli di Francesco nel 1209. A quel tempo era di proprietà dei benedettini del Subasio che la donarono a Francesco. Qui Chiara riparò, fuggendo di casa, accolta da lui e dai fratelli e tanti episodi importanti nella vita della comunità si svolsero fra le sue modeste mura. Era il luogo a cui tornare, il fulcro attorno a cui riunirsi dopo tanto peregrinare. Nella capanna appena fuori dal suo perimetro, che ora si chiama la cappella del Transito, Francesco terminò la sua vita terrena.La bellissima tavola sull'altare della chiesetta è della fine del 1300 ed è stata dipinta da Ilario da Viterbo, i colori brillano come smalti fra le pietre rozze delle pareti, ci manca però qualcosa ... il sole e le nuvole a rincorrersi al di là della finestrella! L'attiguo convento contiene molte memorie francescane come il roseto, la statua da cui delle graziosissime colombe vive non paiono mai volersi staccare e il museo.
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